La scheda audio è una scheda aggiuntiva ad un PC in grado di convertire audio digitale in audio analogico, cioè un suono in grado di essere compreso senza alcun problema.
Chi ha il compito di tradurre il suono è il convertitore
analogico/digitale (ADC) e il convertitore digitale/analogico (DAC). Questo
tipo di conversione avviene tramite il "campionamento" (PCM = pulse code
modulation).
PCM 8 bit = 2^8 valori (256)
PCM 16 bit = 2^16 valori (65536)
In una scheda audio è importante vedere di che tipo di convertitori è equipaggiata, quale frequenza di campionamento è in grado di raggiungere (22.000, 44.100 Hz, 48.000 Hz), quanti bit ha di conversione (8bit, 16bit, 18bit), e il suo rapporto segnale rumore (S/N) cioè la dinamica e il fruscio di sottofondo della scheda stessa.
Con il suono digitale siamo in grado di raggiungere livelli di dinamica superiori ai 100 dB, cosa che con i dischi in vinile o i registratori a cassette si raggiungevano 50-70 dB.
Le limitazioni nella gamma dinamica sono dovute principalmente
a due fattori:
al rumore associato alla memorizzazione e riproduzione
dei segnali e al massimo margine di sovraccarico di questi sistemi.
Una caratteristica eccezionale dell’orecchio umano è quella di essere in grado di riconoscere una vastissima gamma di variazioni di ampiezza del segnale sonoro, dal leggerissimo fruscio delle foglie, all’ assordante rumore di una vettura da corsa.
Il nostro limite nei sistemi elettronici si nota quando
registriamo o riproduciamo quest’ampia gamma di suoni utilizzando amplificatori,
registratori a cassette o anche riproduttori digitali quali CD o DAT, ci
rendiamo subito conto delle ristrettezze dovute ai limiti fisici associati
alle tecnologie per l’aquisizione e riproduzione del suono.
Tutti i componenti elettronici, infatti, producono una
certa quantità di rumore.
La gamma dinamica dei sistemi di riproduzione
elettro-acustici è limitata sia
all’estremo inferiore che a quello superiore.
Quello inferiore è dovuto agli stessi componenti
elettronici che creano il cosiddetto rumore di fondo, mentre il limite
superiore è determinato dai livelli delle tensioni operative all’interno
dei sistemi.
Se vengono superati questi limiti interni, il risultato
è una distorsione udibile nel segnale.
Sebbene in teoria la gamma dinamica utilizzabile risieda fra questi due limiti, in pratica questa gamma è ridotta dato che deve essere mantenuta una certa riserva per evitare una distorsione, se intervengono improvvisi picchi di livelli (clipping).
Una soluzione potrebbe sembrare quella di lavorare sempre a livelli operativi più bassi, ma in effetti tale soluzione non è ideale.
Infatti con livelli più bassi ci avvicineremo alla parte più bassa della gamma dinamica, ovvero nella zona in cui il rumore di fondo potrebbe essere più diffuso.
Non esiste una condizione ideale, ma l’importante
è quella di utilizzare il livello operativo più alto possibile
senza rischiare comunque la distorsione del segnale.
Al giorno d’oggi ci sono molti programmi in ambiente Windows, che permetto di pulire il segnale da eventuali click, rumore di fondo, fruscii vari ed addirittura di espandere il livello sonoro e la dinamica del segnale.
Programmi professionali ed anche molto costosi come il
Soundforge, Wavelab o il programma shareware CoolEdit
(che ha un prezzo di acquisto molto buono), danno la possibilità
di masterizzare un intero brano catturato da qualsiasi sorgente sonora
ed elaborarlo con estrema semplicità.
Un motivo per il quale siamo riusciti ad
ottenere una buona dinamica, è dovuto grazie ai sistemi di
conversione digitale.
Nell’ audio digitale introduciamo ora il campionamento,
cioè il numero di campioni o punti, che vengono presi in un’unità
di tempo.
Il campionamento è caratterizzato infatti da tre parametri:
- Frequenza di campionamento
- Risoluzione
- Memoria
* La frequenza di campionamento è la velocità
con la quale viene preso un campione audio e deve essere sempre il doppio
della frequenza d’ingresso da convertire, perchè se questo non avvenisse
avremo il fenomeno dell’ aliasing
(rumore indesiderato in banda audio).
Se noi, ad esempio, convertiamo un segnale con una frequenza
di campionamento a 22000 Hz (Fmax) rischiamo di ascoltare del rumore digitale
influendo la banda audio acuta. Dato che noi uomini abbiamo una banda di
ascolto da 20 Hz a 20000 Hz, si preferisce lavorare sempre al doppio di
frequenza di campioni digitali, cioè almeno a 44000 Hz (Fc), in
modo da non udire il rumore digitale causato dalla conversione.
* La risoluzione è, invece il valore con cui viene
espresso il numero di bit.
Questo numero viene approssimato a 8 bit o 16 bit.
Più bit e quindi più campioni(punti) si
prendono, e più la curva digitale è simile all’originale.
Ecco perchè si preferisce lavorare sempre a 16 bit con i CD e il
resto delle registrazioni digitali.
Il numero dei bit, inoltre, influiscono soprattutto sulla dinamica audio, che è stata accennata in precedenza.
Stabilito, infatti, che il rapporto S/N di 1 bit sia di
circa 6 dB, possiamo determinare che la dinamica ideale con 8 bit sia di
48 dB (6 db per 8 bit), mentre notiamo che abbiamo molta più dinamica
sonora con 16 bit (6 db per 16 bit = 96 db) che è abbastanza sufficiente
per soddisfare il nostro udito.
* Abbiamo per ultimo la memoria che è il tempo di campionamento necessario per la registrazione audio, ad esempio su un Harddisk; dipende molto oltre alla capacità del supporto di registrazione, soprattutto dal numero di bit e dalla frequenza di campionamento, in quanto meno campioni e quindi meno dati digitali vengono registrati e meno spazio è richiesto su HD.
Per avere una buona qualità audio, si consiglia
infatti di registrare almeno a 16 bit su un Harddisk abbastanza capiente,
almeno dell’ordine di 2-3 Gbyte di memoria.
Il segnale audio, quindi, che entra in una
scheda audio può provenire da qualsiasi sorgente, come un semplice
walkman, un giradischi, un microfono, o una radio, l’importante che l’apparecchio
sia provvisto di un’ uscita audio minijack cuffie.
Alcune schede professionali, come anche la scheda audio
(AWE64Gold), oltre ad accettare ingressi analogici sono in grado di interpretare
segnali digitali (tramite un ingresso apposito) che possiamo trovare su
apparecchi semiprofessionali quali DAT, MINIDISK, o MULTITRACCIA Digitali
da studio; in questo modo si evitano perdite audio a causa della conversione
analogico-digitale presente sulla scheda audio.
Oggi con l’avvento di nuove tecnologie applicate ai PC,
si possono realizzare ed elaborare progetti una volta irrealizzabili.
Nel campo video ad esempio, abbiamo raggiunto livelli impensabili, basti osservare gli ultimi film (americani) oggi realizzati con numerosi effetti speciali computerizzati.
Anche nel campo audio sono stati fatti molti progressi, in quanto con l’avvento del digitale si riescono a modificare e creare nuovi suoni anche con l’utilizzo di nuove macchine ad elaborazione avanzata che sfruttano, ad esempio, la matematica.
Un domani, ci saranno tastiere che utilizzeranno non più
i semplici campioni digitali utilizzati oggi da tutte le workstation, ma
formule matematiche in grado di riprodurre a nostro piacimento qualsiasi
suono, riverbero, espressione dello strumento da noi scelto ecc., insomma
realizzazioni più che mai eccellenti perchè è proprio
oggi che c’è questo cambiamento di sonorità, di stile e di
ascoltare la musica attraverso internet e tramite anche la realtà
virtuale, che sta raggiungendo livelli estremamente reali.
Non dimentichiamo inoltre che anche in campo
cinematografico c’è stata una forte evoluzione, dal cinema muto
all’avvento dell’audio mono.
Con la scoperta della stereofonia e di nuovi materiali
utilizzati anche sulle nuove pellicole cinematografiche riusciamo ad avere
un video con decodifica audio stereo.
Negli anni ‘80 è nato il Dolby stereo , cioè un sistema di decodifica stereo cinematografico senza fruscio (Dolby A).
Successivamente nasce il Dolby Surround, sistema audio
che studieremo più tardi, il Pro Logic, e il Dolby AC3 (nuova codifica
stereo digitale molto simile a quella del Dolby digital delle nuove sale
cinematografiche) nato e utilizzato ultimamente con l’avvento del DVD (Digital
Video Disk - disco ottico simile al CD ma con due faccie).
Spieghiamo ora la tecnologie audio utilizzate nei cinema, in campo radiofonico, televisivo ed in casa (home theater).
Oggi la maggioranza delle persone ascolta la radio, a
casa propria o in automobile, guarda la TV e soprattutto, va molto più
spesso al cinema e questo ha contribuito alla nascita di nuove sale cinematografiche
e quindi all’utilizzo di nuove apparecchiature audio, grazie anche alle
nuove tecnologie digitali.
Sappiamo tutti che il suono stereo è un doppio segnale separato a due canali che viene inviato ad entrambe le orecchie simulando la spazialità sonora che si avrebbe quando noi ci troviamo in un qualsiasi ambiente.
Oggi grazie a nuovi sistemi di codifica digitale riusciamo a creare molti più canali audio, aumentando di conseguenza l’ambienza sonora ed il realismo.
Un esempio è il Dolby Surround, una tecnologia
dei Dolby Laboratories, resa disponibile dopo i primi sistemi cinema negli
impianti HI-FI di casa.
Il Dolby Surround utilizza quattro canali sonori; il sinistro, il destro, il canale centrale ed il surround (canale posteriore).
Il decodificatore (apparecchio che interpreta i segnali
e li legge), Dolby Surround Pro Logic utilizzato in un sistema Home Theater,
distribuisce il segnale codificato dei due canali stereo, inviandoli
ai quattro diffusori disposti nella sala.
In campo televisivo oggi si usa, oltre la stereofonia semplice (che solo la RAI in Italia ne fà uso) anche il Surround con la trasmissione di alcuni film codificati con tale sistema.
Purtroppo tutte la altre stazioni TV usano ancora il suono in mono, almeno nel nostro Paese, anche se via satellite, in digitale, i nostri canali (RAI, D+, e anche Mediaset) stanno facendo esperimenti in dolby surround, MpegII (DVB).
Anche in campo radiofonico c’è stata una notevole evoluzione, in quanto, il suono prima di essere trasferito in trasmissione viene sempre processato, pulito ed equalizzato con apparecchi digitali sofisticati; basta ascoltare la qualità sonora riprodotta dalle radio private Network più ascoltate.
Non dimentichiamo anche il cinema, perchè il suono
che ascoltiamo nelle sale è anch’esso digitale utilizzando i vari
sistemi quali: Dolby A e Dolby Surround analogico, il Dolby Digital,
il Digital Theather System (dts) e il SDDS della Sony.
In campo audio "casalingo", oltre alle audiocassette analogiche registrabili ed il CD, purtroppo non registrabile, sta prendendo piede il Minidisk con audio digitale registrabile.
Il supporto del minidisk, inventato dalla Sony, permette
infatti di poter ascoltare e registrare musica con una qualità audio
digitale pari a quella di un CD, ed avendo caratteristiche quali; una grande
portatilità, una grande velocità di ascolto e passaggio
tra un brano ed un altro, una forte solidità ed una durata di registrazione
discreta, ne fanno del minidisk un supporto veramente notevole.
Parliamo di seguito del sistema di lettura e scrittura
che utilizza il funzionamento del laser ottico e successivamente della
compressione audio sfruttata su questo supporto audio.
La superficie del minidisk è caratterizzata infatti, da una particolare ferrite terbio-cobalto che ha consentito di sviluppare un procedimento magneto-ottico di registrazione a basso consumo di energia permettendo, quindi, di cancellare i dati digitali più volte mantenendo l’ audio sempre pulito.
Questo è infatti possibile in quanto è presente un supporto magnetico, in quanto se avessimo un supporto completamente ottico come nel caso di un Compact Disk la registrazione risulterebbe molto più difficoltosa.
Un’ altra caratteristica più importante, oltre alla tecnologia usata per la registrazione, è il sistema di compressione audio, utilizzata per ottenere una durata di registrazione (74 min.) pari alla durata di ascolto di un CD che a parità di grandezza dovrebbe essere praticamente impossibile.
Infatti, la spiegazione di tutto ciò è che
gli stessi dati audio di un CD vengono contenuti in un minidisk, mediante
una compressione di 5:1 e sta a significare che
l’ 80 % dei dati vengono scartati. Questo tipo di compressione
è chiamata ATRAC (Adaptive Transform Acoustic Coding), molto simile
al nuovo audio MP3.
Detto ciò si può subito dire che la qualità audio del minidisk non è affatto identica a quella di un CD, come invece si vuol far credere.
La compressione ATRAC infatti, è stata concepita
per avere una risoluzione audio stereo a 16 bit 44.1 Khz in meno di un
quinto del volume originale di un normale CD il tutto con una minima riduzione
della qualità sonora.
Partiamo, comunque, dall’osservazione che molti dei segnali che compongono un suono non possono essere uditi, o perchè sono di livello inferiore alla soglia dell’udito o perchè mascherati da segnali di livello molto alto.
La codifica ATRAC infatti, analizza il segnale impiegando una analisi matematica ovviamente digitale, condotta su segmenti di segnale di durata variabile in base alle caratteristiche del segnale.
Molti ricercatori ritengono che questo sistema di codifica non comprometta affatto il segnale audio.
In realtà, rispetto al suono di un CD, sembra che
sul MD sia trascurata parte dell’ambiente creando un’immagine sonora particolarmente
appiattita ed il riverbero totale abbastanza diluito, modificando in minima
parte anche il timbro.
Sistemi simili di compressione audio sono stati utilizzati in passato dalla DCC, la cassetta digitale, quasi compatibile con le precedenti cassette analogiche, realizzata dalla Philips.
Purtroppo questo sistema non ha avuto alcun esito positivo, tanto che non è stato più prodotto nessun sistema di lettura e registrazione compatibile con il tipo di cassetta.
Anche la Discoteca di Stato utilizza, per i suoi archivi dei sistemi di registrazione con tecnologia di compressione audio simili al MD, in quanto permette di contenere la stessa quantità di informazione musicale in uno spazio molto ristretto.
Ora anche il nuovo sistema audio digitale MP3, che si trova in internet, utilizza questa compressione. Infatti, un brano audio, di qualità CD, della durata di 5 min. che normalmente occupa circa 50MByte (10 Mbyte al minuto), in MP3, occupa esattamente diviso 10, cioè circa 5 Mbyte, il che è una cosa eccezionale, soprattutto per scaricare un brano in internet con le velocità attuali.
Possiamo concludere quindi dicendo, che grazie alle tecnologie elettroniche e al perfezionamento dei nuovi sistemi di registrazione e di riproduzione, oggi siamo in grado di ottenere delle ottime registrazioni anche nelle nostre case.
Basti pensare soltanto che inizialmente, il suono veniva
registrato mediante procedimenti magnetici o meccanici e attraverso i microfoni
(dispositivi in grado di convertire energia meccanica in energia elettrica)
e gli altoparlanti (dispositivi in grado di convertire energia elettrica
in energia meccanica) si creava un prodotto audio più o meno sufficiente.
By Morris
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